
IL PROGRAMMA
AGRICOLTURA
L’agricoltura è un settore vitale per la Tuscia e abbiamo, perciò, il dovere di rilanciare il comparto agricolo, realizzando un modello di sviluppo moderno e sostenibile, che ponga al centro il supporto ad aziende e territorio.
Dobbiamo rafforzare e valorizzare il tessuto produttivo e il primo strumento è rappresentato dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR), le cui procedure di finanziamento vanno semplificate e snellite, ampliando in modo significativo il numero degli agricoltori beneficiari dei fondi. È, poi, necessario reperire risorse significative, per sostenere i settori castanicolo e corilicolo.

E, visto che ciò che ci distingue da altri Paesi è la certificazione delle nostre varietà, va portata con forza all’attenzione dell’UE il livello di sicurezza alimentare, che non è garantito dalle produzioni estere.
Qualità e Sicurezza alimentare, infatti, sono gli aspetti su cui si giocherà la partita dell’alimentare nel mondo
Occorre anche lavorare su tutte le misure che implementano lo sviluppo sostenibile, in primo luogo sul fronte energetico, favorendo lo sviluppo e l’utilizzo di energie rinnovabili ed emanando provvedimenti di Giunta
Regionale che diano attuazione all’assegnazione del Reddito energetico nazionale. Va, poi, creato un fondo
assicurativo di solidarietà dedicato al credito in agricoltura e al sostegno contro le calamità naturali, così come va affrontato con chiarezza ed efficacia il tema dei danni causati dalla fauna selvatica, in particolare dagli
ungulati, prevedendo risorse importanti, per ristorare gli agricoltori dai danni causati dalla fauna selvatica e per prevenire le “invasioni” dei terreni coltivati. E c’è bisogno di un piano manutentivo “vero” degli alveoli e dei letti dei corsi d’acqua, perché la sicurezza delle attività agricole deve assurgere al primo posto degli interessi del Lazio.
Tutto questo va di pari passo con la necessaria riforma dell’Arsial: l’Agenzia va rilanciata e deve tornare anche a svolgere un ruolo tecnico finalizzato alla ricerca, all’innovazione e allo sviluppo dell’agricoltura laziale.
E va ripresa, con grande forza, l’attività di dismissione del patrimonio fondiario dell’Agenzia.
Il rilancio delle politiche agricole deve rappresentare, in definitiva, una priorità dell’azione di governo
dell’amministrazione regionale di cui auspico fare parte. Non si tratta di promesse inattuabili, ma di interventi reali da realizzare con il mondo agricolo e sui quali sono pronto al confronto, anche critico, ma costruttivo e funzionale all’obiettivo.
Tutto quello che c’è da fare per il futuro dell’agricoltura di questa Regione, vorrei farlo sulla base di una
concertazione progettuale forte e continua con chi rappresenta gli interessi delle imprese agricole e dei
consumatori su questo territorio.
Un metodo di lavoro semplice e mirato per individuare obiettivi chiari, condivisi e raggiungibili, delimitare con trasparenza i campi di responsabilità e soprattutto indicare i tempi entro cui raggiungere tali obiettivi. Dobbiamo stringere, insomma, un vero patto tra istituzioni e operatori di settore, per un rilancio forte
dell’agricoltura laziale.

